Finché, nel 1977, fu organizzata per la prima volta una Festa Repubblicana di due giorni. Il guadagno fu di lire 465.000.
La Festa ebbe un immediato successo, soprattutto grazie all’ottima cucina! Così, la durata fu subito portata a 4 giorni e, dal 1986, a 6 giorni. L’organizzazione impegnava oltre 80 persone. Nella Festa si cercò anche di coinvolgere altri circoli. Si trovò collaborazione prima col Circolo Chiesa e poi col Mameli, ai quali andava una parte dell’utile, in base al personale coinvolto.
Importante era anche la scelta degli spettacoli, quando possibile di livello nazionale, per attrarre nuovo pubblico. Attrazioni di vario genere, dalle commedie dialettali all’operetta, alle orchestre Ruspa, Ely Neri, La Nazionale di Romagna, La Storia di Romagna, Germano Montefiori ecc., dal cabaret di Carlo Pistarino e Enzo Braschi al Drive In, poi Carlo Frisi, Sgabanaza, Ellix Bellotti, il mago Salamini e tante altre attrazioni più o meno note.
Anche il dibattito politico aveva il suo spazio e riguardando i depliand, che Mari conserva, si ritrovano come partecipanti il Sen. Giovanni Ferrara, l’On. Mauro Dutto, l’On. Gianni Ravaglia, l’On. Giorgio La Malfa, il Sen. Antonio Maccanico, l’on. Oddo Biasini e Indro Montanelli. La Festa ebbe anche l’onore di ospitare, in una grande cena, l’allora Presidente del Consiglio On. Giovanni Spadolini.
Il salto di qualità e degli utili avvenne quando, nel 1986, superando lo scetticismo di molti, per un paio d’anni fu trasferita l’arena spettacoli nel cortile dell’officina Mazzotti, gentilmente concessa. Fu un successo che portò beneficio a tutta la struttura della Festa e l’utile salì a lire 10.614.585. Le ultime due feste del 1990 e 1991 portarono un utile superiore ai 16 milioni di lire.
Dal proprio archivio, Mari ricava che in 15 anni l’utile della festa è stato di lire 103.804.928. Importo che, unito all’affitto del piano superiore, ha consentito la costruzione di una nuova ala di edificio.

Naturalmente anche in questo caso si sono dovuti superare timori e critiche (fare solo un piano o completare l’edificio?) ma la lungimiranza del segretario della sezione Maestri Secondo ha consentito di completare l’edificio su due piani senza problemi finanziari. Nelle fondamenta della nuova ala, una bottiglia porta i nomi degli amici che più si sono impegnati per realizzarla. La memoria sulla Festa di Maurizio Mari giunge fino al 1991, ultimo anno in cui si è occupato della sua organizzazione.
Poi, ricorda, che nel 1992, a causa dello scontro politico che si ebbe per la nomina dei delegati ad un congresso ci fu una lacerazione profonda dei rapporti fra le persone e Maurizio Mari lasciò la direzione della festa. Mari a conclusione dei suoi ricordi ha voluto: “Onorare alcune persone, molte delle quali non ci sono più, ma che andrebbero ricordate perchè hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del circolo e con le quali ho avuto un ottimo rapporto umano, di rispetto e stima. Ricordo sempre con gratitudine innanzitutto Maestri Secondo, un grande segretario del Circolo, un uomo leale e generoso, poi Giuseppe Militello, Francesco Ravaglia, Giorgio Sama, Walter Guerrini, Romolo Tarlazzi, Franco Maestri, Pari Angelo e altri che ora dimentico. Sento di doverle ringraziare tutte di cuore. Ognuno di loro certamente mi ha lasciato qualcosa di positivo”.
Ricordi di Sergio Minghetti
Minghetti nelle sue memorie ricorda che, a seguito delle dimissioni di Maurizio Mari, nel 1992, gli fu affidata la segreteria, fino alla scadenza del mandato (poi rinnovata), in quanto vice segretario della sezione. Mentre la gestione amministrativa passò a Giuseppe Guerrini.
Il suo impegno e quello degli amici fu quello di attuare miglioramenti nell’organizzazione delle attività con risultati positivi anche sul piano degli introiti.
Ogni lunedì sera si svolgeva la direzione per la programmazione delle iniziative, politiche, culturali e per l’introduzione di nuove iniziative che portassero nuova linfa al circolo, oltre ovviamente a discutere delle priorità e delle necessità di manutenzione dell’immobile.
L’organizzazione di “Guerrini in festa”, nel settembre di ogni anno, è proseguita fino al 1998, sempre grazie all’apporto, esclusivamente volontario, degli iscritti al circolo. Naturalmente è proseguita l’organizzazione della cena del IX febbraio per la celebrazione della Repubblica Romana, ancora oggi appuntamento fisso dei repubblicani del circolo. Si sono inoltre tenute numerose manifestazioni di carattere politico e culturale. Minghetti ricorda la partecipazione di Oddo Biasini, in occasione di una premiazione di fedeltà di iscrizione di alcuni iscritti, di Giorgio Bogi allora Segretario supplente del PRI, di Luciana Sbarbati sul futuro del PRI negli anni duemila, ecc…). E’ stato rafforzato e regolarizzato il legame con la Soc. Bocciofila, con la palestra e il gestore del bar. Sono stati acquistati due biliardi da parte della Cooperativa a seguito della richiesta di organizzare gare e manifestazioni sportive. Si è sempre monitorato lo stato di efficienza dell’immobile, adeguandolo via via alle nuove normative che venivano introdotte per la maggiore sicurezza dei frequentatori.
Una nota particolare va fatta per la festa di settembre, il “Guerrini in Festa”. La volontà della direzione è stata sempre quella di proseguire, con grande determinazione nell’organizzazione della manifestazione, anche perché era rimasta la sola del PRI nella città e ogni anno aveva un notevole successo di pubblico.

Purtroppo si è dovuto far fronte alla progressiva entrata in vigore di norme di sicurezza sempre più stringenti e alle pressanti verifiche di conformità operate dai funzionari pubblici. Gli sforzi economici erano perciò sempre maggiori. Su richiesta dalla Commissione Pubblici spettacoli, si è dovuto dotare il circolo di bagni suddivisi fra uomini e donne con elementi prefabbricati, poi si sono dovute fissare le sedie alla pavimentazione per evitarne un uso improprio, con notevoli costi aggiuntivi, cui hanno fatto seguito altre restrizioni anche se minori.
Finché, in occasione della festa del 1999, è stato richiesto di rispettare una distanza minima delle installazioni di 20 metri dai confini laterali. Norma evidentemente inapplicabile nel cortile del circolo, in quanto lo spazio rimasto a disposizione per il pubblico sarebbe stato assolutamente insufficiente.
Ciononostante, non venne meno la volontà di non disperdere questa esperienza positiva (sia in senso economico che politico), altamente qualificante per l’immagine del PRI.
Dopo molte discussioni, si pensò di organizzare la festa di fuori dei confini della proprietà, mettendo a disposizione le potenzialità e le esperienze acquisite. In questo caso, sarebbero però servite molte persone in più rispetto a quelle a disposizione della sezione, inoltre si sarebbero corsi rischi maggiori sia dal punto di vista economico che organizzativo. Essendo l’unica festa del PRI della città, la direzione del circolo pensò allora di rivolgersi al partito comunale per il coinvolgimento di volontari da tutto il Partito. L’idea, che alla direzione del Guerrini era sembrata ottima, era quella di potere usufruire di strutture, già utilizzate da altri partiti per la loro festa, a Fornace Zarattini.

In tal modo si potevano ridurre la spese, almeno per il montaggio e smontaggio delle strutture. Furono fatti diversi incontri con la direzione comunale del PRI, al fine di trovare, tra gli iscritti dei circa 50 circoli del comune, almeno altre 20 persone, che aggiunte ai volontari del Guerrini, potessero formare la squadra necessaria all’organizzazione e gestione della festa.
Lasciato il tempo necessario agli incaricati del partito, per gli incontri con le altre sezioni, la risposta fu a dir poco deludente: si trovò la disponibilità di sole 4/5 persone, per di più non per tutto il tempo necessario per la festa.
Con amarezza si dovette constatare che, nonostante la volontà e la disponibilità dei soci del Guerrini, non esistevano più le condizioni strutturali e le potenzialità operative per proseguire nell’organizzazione della festa. Per cui la festa è stata messa definitivamente in archivio e abbandonata, con molta tristezza.
Infine, Minghetti ha voluto concludere il suo contributo: “Una nota che, a mio avviso, va sottolineata, con orgoglio, è stata la continua, assoluta indipendenza e autonomia di giudizio della direzione del Guerrini, sulle decisioni politiche del Partito nazionale e locale e sulle strategie da perseguire. La direzione si è sempre espressa attraverso discussioni approfondite, con posizioni autonome e maturate, in alcuni casi, anche in difformità o contro decisioni già prese da parte del partito, e molte volte le impostazioni politiche emerse nella nostra Direzione si sono dimostrate più coerenti agli interessi del Partito e della società”.
Dalle carte in possesso di Tarlazzi Romolo, si rileva inoltre che il 21 dicembre 1990 con atto notarile di Giancarlo Pasi ( all. n. 10 ) vi fu un’incorporazione nella Cooperativa Guerrini dello stabile sito in via Vicoli n.7 adibito al circolo Endas e alla sezione PRI Eugenio Chiesa. L’immobile è stato ceduto alla Cooperativa Guerrini dall’ACMAR che, in precedenza, l’aveva acquistato insieme all’area edificabile annessa al circolo stesso. Da quel momento i soci della sezione E. Chiesa hanno diritto ad una rappresentanza nel consiglio di amministrazione della Cooperativa A. Guerrini, pur restando, per patti parasociali intervenuti tra i consigli dei due circoli, autonomi nella gestione dei rispettivi circoli.