Nasce la Cooperativa

In data 18 luglio 1951, con atto del notaio De Lorenzi ( All. n. 6), fu costituita la Società Cooperativa Arnaldo Guerrini. Il nome scelto rappresentava un omaggio al valoroso dirigente del Partito Repubblicano morto a seguito del carcere inflittogli da regime fascista.

Copia ricevuta quota sociale della nuova Cooperativa
Copia ricevuta quota sociale della nuova Cooperativa

La costituzione della nuova cooperativa avvenne per opera di: Piccinini Ermenegildo, commerciante; Tartagni Enea, falegname; Babini Primo, impiegato; Pucci Giulio, assicuratore; Burini Giuseppe, macellaio; Amici Osvaldo, impiegato; Morelli Cesare, contadino; Bonagura Renato, falegname; Alessi Adolfo, meccanico; Gamberini Aldo, muratore; Miserocchi Armando, operaio; Casadio Bruno, falegname; Guerrini Libero, impiegato; Montanari Emma, casalinga; Antonelli Dircea, casalinga.

Gli stessi, nella medesima data  elessero il primo consiglio di Amministrazione composto da: Piccinini Ermenegildo, Amici Osvaldo, Babini Primo, Burini Giuseppe, Guerrini Libero,  Pucci Giulio, Casadio Bruno. Il consiglio a sua volta elesse presidente Piccinini Ermenegildo e vice presidente Amici Osvaldo.

I comparenti votarono anche il Collegio Sindacale che risultò composto da Cavina Tancredi  (presidente), Bonagura Renato, Tartagni Enea, sindaci effettivi e Nardini Antonio e Morelli Cesare, sindaci supplenti. La Cooperativa così costituita nel giro di quattro mesi, allargò la propria base sociale a 386 soci, che versarono mediamente 8 mila lire, fino a raggiungere la cifra di lire 3.271.000, sufficienti a riscattare l’immobile.

In data 17 novembre 1951 in un atto del notaio Paolo De Lorenzi ( all. n. 8) si legge:

Premesso che

Gli Asili Infantili per Maschi e Femmine di Ravenna hanno acquistato nel 1931 dai sig.ri Gambi Silvio Nello, Cellini Bartolo e Morelli Cesare un immobile posto in sobborgo Saffi n. 6 adibito a Circolo rionale del Partito Repubblicano ora Via Don Minzoni; che con citazione in data 17 dicembre 1949 Cellini Bartolo e Morelli Cesare hanno chiesto l’annullamento del vendita di cui sopra in quanto il loro consenso era viziato nella volontà, essendo stato estorto con la violenza dal Segretario federale fascista del tempo Renzo Morigi, e che gli eredi di Gambi Silvio Nilo deceduto nel 1940 non si sono associati all’azione e che per essi ogni susseguente azione è prescritta: che il Consiglio di Amministrazione degli Asili Infantili Maschi e Femmine di Ravenna ha convenuto di addivenire ad un componimento della vertenza e ad una transazione, retrocedendo l’immobile a determinate condizioni; gli Asili infantili ha retrocesso a titolo di transazione della vertenza ai sig.ri Cellini Bartolo e Morelli Cesare l’immobile sito in via Don Minzoni alle seguenti condizioni: 

I sig.ri Cellini Bartolo e Morelli Cesare rinunciano ad avere il rimborso del prezzo a suo tempo pagato dagli Asili Infantili all’atto della vendita sopracitata avvenuta il 9 maggio 1931, prezzo che essi dichiarano di non avere percepito, rinunciando altresì al pagamento di un corrispettivo dell’ occupazione dell’immobile dal 9 maggio 1931 al 4 dicembre 1944.  Gli Asili Infantili hanno rinunciato a ricevere il rimborso delle tasse pagate per il periodo 9 maggio 1931 al 17 novembre 1951. A loro volta Cellini Bartolo e Morelli Cesare hanno pagato a titolo di transazione la somma di lire 1.300.000. Quindi gli Asili Infantili ha venduto alla Cooperativa Culturale Ricreativa A. Guerrini i seguenti appezzamenti di terreno siti in via S. Gaetanino adiacenti al fabbricato come sopra descritto e precisamente: Foglio 73 n.27 Ha 0.01.80 e Foglio 73 n.36 di ha 0.07.70 per il corrispettivo di 900.000 lire. Quindi i Sig,ri Cellini Bartolo e Morelli Cesare hanno venduto alla Cooperativa Culturale e Ricreativa Arnaldo Guerrini l’immobile da essi avuto in retrocessione dagli Asili Infantili per il complessivo importo di 1.300.000 lire.

Dal verbale di revisione ordinaria della cooperativa disposta dall’U.P.L.E.M.O (Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione), datato dicembre 1960 risultano ancora 383 soci. Il consiglio è formato da:  Dalla Valle Angelo, presidente, Tassinari Paolo vice presidente, Nardini Antonio, Maestri Secondo, Minardi Angelo. 

Il capitale sottoscritto è pari a L. 2.230.000. La perdita di esercizio per l’anno 1959 è stata di L. 4.560. Nel giudizio conclusivo della revisione si annota che:

“La cooperativa possiede un ampio fabbricato, circondato da un adeguato cortile nel quale trovano posto i poro servizi ed un campo da bocce. Il valore dell’immobile, iscritto a bilancio è largamente inferiore al valore reale. La sede fornita di una buona attrezzatura ( tavoli, sedie, armadi, biliardo, televisione) per l’attività ricreativa dei soci. Il presidente ha dichiarato che i beni mobili a disposizione dei soci, non vengono ricordati nei registri contabili perché di proprietà della locale sezione del PRI alla quale appartengono i soci della cooperativa stessa. Nella sede della società funziona un servizio di buffetteria, adeguatamente attrezzato gestito dall’ENDAS. Anche le prestazioni occorrenti per l’attività della cooperativa vengono fornite gratuitamente dalla sezione del PRI, talché la società sostiene le spese strettamente connesse con la sua amministrazione”.

L’11 aprile 1964 si tiene un’assemblea straordinaria dal cui verbale, redatto dal notaio Paolo De Lorenzi (all. n. 9), risulta la presenza di 57 soci su 323. L’assemblea era stata convocata per procedere ad una modifica dello Statuto Sociale “che si compendia nell’inserire fra i requisiti per essere soci della cooperativa, l’iscrizione la Partito Repubblicano Italiano”. La modifica, introdotta all’unanimità dei presenti, risentiva dello scontro in atto nel Partito Repubblicano tra la corrente lamalfiana favorevole al centro sinistra e la pacciardiana contraria ad un’alleanza con i socialisti.

A Ravenna, come  a livello nazionale, la maggioranza del partito si schierò con La Malfa. Mentre la corrente pacciardiana decise la  scissione dal partito. Con conseguenze anche nella cooperativa, tanto che, con tale atto si decise che poteva restare socio della cooperativa solo chi era iscritto al Partito Repubblicano.

Il 10 maggio 1968 si tiene un’assemblea generale dal cui verbale (All. n. 10 ) risultano presenti, 253 soci su 260 iscritti.  Si può dedurre che gran parte della riduzione di 63 soci tra il 1964 e il 1968 sia conseguente alla delibera assunta dall’assemblea dell’11 aprile 1964, relativa all’obbligatorietà per i soci della cooperativa dell’iscrizione al partito. Nell’assemblea oltre ad approvare il bilancio del 1967 si procede al rinnovo delle cariche. Il nuovo Consiglio risulta formato da: Alcanni Guido, Gnani Armando, Ghirardelli Jader, Nardini Antonio, Mazzesi Enrico, Mazzotti Angelo, Navarra Domenico. Il consiglio provvederà in data 12 maggio ad eleggere Alcanni Guido presidente e Gnani Armando vice presidente. In quegli anni non si svolgeva alcuna attività commerciale dentro l’immobile usato solo come sezione e bar per gli iscritti. Infatti, nel verbale dell’assemblea il presidente comunica che  “in questo esercizio la cooperativa ha svolto un’attività assai limitata, che si riassume al pagamento delle spese sostenute per inoltrare il bilancio 1966 agli uffici prescritti dalla legge ed al pagamento di piccole spese generali e di cancelleria varia. Il bilancio si chiude con una perdita di 34.928 lire”.

Il 25 maggio del 1977 nell’assemblea generale convocata per l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche risultano 164 soci su 182 iscritti (All. n. 11). Alcanni Guido, presidente da oltre dieci anni chiede di non essere più rieletto. Risultano così eletti consiglieri: Alberani Achille, Maestri Secondo, Zabberoni Ezio, Reggiani Guerrino, Donati Romano, Gnani Armando, Navarra Domenico. Successivamente il consiglio elegge Alberani Achille  presidente e Maestri Secondo vice presidente.

Dal 1977 non è stato più possibile rintracciare bilanci  e/o verbali della cooperativa, a seguito di un furto con scasso avvenuto nella sede della cooperativa. Pertanto ci si è rivolti a soci per ottenere memorie orali.

 

Ricordi Orali

 

Ricordi di Della Casa Gianni

Nei primi anni del dopo guerra nel circolo PRI esistevano circa 400 iscritti, 200 negli anni settanta. Nel 1956 la FGR venne chiusa. Riaperta nel 1964 con 13 iscritti ad opera in particolare di Dalla Casa e Celotti Alceste, che andarono alla ricerca dei figli di repubblicani iscritti anche nelle periferie cittadine,  da S.Antonio ai Tre ponti. Negli anni 70 si ebbe un massimo di 30 iscritti, mentre le donne iscritte al MFR erano circa 40, dirette dall’impareggiabile Antonelli Dircea. Negli anni settanta si realizzò il rifacimento della sala al piano superiore, venne istituito un circolo il Girasole che organizzava feste tutte le domeniche pomeriggio. Sotto le presidenze di Ghirardelli e Maestri, si procedette alla riverniciatura e al rifacimento dei pavimenti in tutte le sale. Per un anno gli amici Reggiani, Della Casa Gianni, e un certo Primì, con Benelli Domenico, Laghi Pasquale e Militello gestirono una sorta di ristorante nella tavernetta.

Ricordi di Maurizio Mari

I ricordi di Mari sono molto circostanziati, anche perché suffragati da un archivio quasi notarile degli avvenimenti. L’impegno di Mari nel circolo Guerrini, iniziato con la nascita della sala da ballo “Club Girasole”, è durato per oltre vent’anni.

Il suo ingresso al Guerrini (era iscritto alla F.G.R. Sezione Spazzoli del circolo Bovio alla Chiavica Romea) risale alla primavera del 1968, quando il circolo PRI mise a disposizione tutto il secondo piano del fabbricato per iniziare un’attività di ballo condotta direttamente da circa 20 iscritti della F.G.R. Sezione Magrini. Di questi, alcuni erano ancora studenti minorenni, altri operai, commessi, contadini.

L’inizio dell’attività non fu semplice. Innanzitutto a Ravenna già agivano alla Casa del Popolo il Club 81, presso la sede D.C. in via di Roma, il Piper, e nella sezione PCI del Borgo S. Biagio la sala Rinascita. Comunque l’entusiasmo in quei giovani non mancava, nonostante la sala fosse di uno squallore assoluto. Il soffitto, in graticcio di canna, mostrava crepe in vari punti, le pareti, per un’altezza di metri 1,50 verniciati di un orrendo verde ed ai quattro angoli della sala, in alto, spuntavano i tubi di un riscaldamento che non c’era.

Fu un’estate di lavoro: ai quattro angoli per coprire i tubi furono fissati dei magnifici girasoli di carta, al soffitto fu applicato un controsoffitto in polistirolo con incollati dei girasoli stampati su cartoncino. Come cassa per l’ingresso fu recuperata la cassa in legno del cinema estivo Edera che proiettava film nel cortile della Casa del Popolo. Le sedie furono prese in affitto. Mancava anche il riscaldamento ed il sabato si accendevano due stufe a cherosene che venivano smontate pochi minuti prima di aprire la sala. Salvo rare eccezioni, il ballo si svolgeva la domenica pomeriggio ed i festivi, con una clientela particolarmente giovane.

L’organizzazione era molto precisa, divisa in tre turni, con compiti a rotazione: strappo biglietti, addetti alle luci, addetti alla sala. Solo i cassieri erano fissi. Il primo presidente, per poche settimane, fu Omero Forani, poi Evaristo Sternini, Franco Maestri e infine Paolo Minguzzi. L’incarico di Mari, unico a svolgere un lavoro impiegatizio, fu quello di segretario amministrativo (e ricorda come un incubo i borderò da compilare!), ma si occupava anche dell’organizzazione.